Nel futuro prossimo mangeremo probabilmente sempre più alimenti che ora ci appaiono bizzarri o addirittura assurdi: è il caso degli insetti commestibili, per i quali nei mesi passati c’è stato un primo via libera dell’UE, ma anche di carni esotiche il cui consumo è finora diffuso principalmente in alcuni Paesi dell’Africa o del Sud Est asiatico. È notizia di questi giorni, infatti, che il nostro ministero della Salute ha consentito l’importazione, e quindi la commercializzazione, della carne di coccodrillo in Italia, seppur con alcune limitazioni.
Via libera alla carne di coccodrillo in Italia
La svolta per la commercializzazione della carne di coccodrillo in Italia arriva con la pubblicazione di una nota del Ministero della Salute datata 05/11/2021, che recepisce il regolamento di esecuzione 2021/405 dell’UE (che definisce l’elenco dei Paesi terzi da cui è ammessa l’importazione di tali carni) e il regolamento di esecuzione 2020/2235 (che sancisce il modello di certificato sanitario di tali partite di alimenti).
In realtà, l’ente nazionale italiano dà una lettura molto restrittiva delle norme europee, che fanno più ampio riferimento alle carni di rettili di allevamento: in questa definizione rientrano, per l’UE, le specie Alligatore del Mississippi, la Lucertola ocellata, il Pitone reticolato, il Pitone birmano, la Tartaruga dal guscio molle (Pelodiscus sinensis) e tre tipologie di Coccodrillo, ovvero il coccodrillo d’acqua dolce australiano, il coccodrillo marino e il coccodrillo del Nilo.
Al momento, però, il Ministero della Salute ha dato via libera solo alla vendita di parti commestibili di coccodrilli del Nilo, derivanti da esemplari trattati in appositi allevamenti di un insieme ristretto di Paesi (Botswana, Vietnam, Sud Africa o Zimbabwe).
La carne di coccodrillo sbarca sulle nostre tavole
La carne del Crocodylus nilotikus non è infatti un “alimento nuovo” ai sensi del Regolamento europeo 2015/2283 (ovvero, vi sono disponibili informazioni certe di un suo consumo significativo prima del 1997, caso unico rispetto alle altre carni di rettili di allevamento), e quindi per la sua immissione sul mercato non serve una ulteriore autorizzazione comunitaria.
In parole più semplici, a breve sarà possibile trovare in commercio la carne di coccodrillo del Nilo, che farà da apripista alle altre tipologie di carne di rettile che potrebbero ricevere l’autorizzazione in futuro.
Come garanzia di ulteriore tutela per il consumatore, queste carni devono comunque obbligatoriamente possedere uno specifico certificato sanitario, in quanto (come evidenziato anche dalla Autorità europea per la sicurezza alimentare) il consumo della carne di rettili è soggetto a possibili pericoli quali, in particolare, presenza di Trichinella o di Salmonella.
Carne di coccodrillo: sapore, ricette e prezzo
Uscendo dalle questioni tecniche e burocratiche, cerchiamo di capire di cosa sa la carne di coccodrillo e a quali tipi di preparazione si presta meglio, così da provare a immaginare alcune possibili ricette per sperimentare questa novità.
Innanzitutto, sapore della carne di coccodrillo non è facile da identificare immediatamente, perché il nostro palato non è abituato a questa tipologia di alimento: ad ogni modo, chi ha già provato dei piatti preparati con questo ingrediente (in viaggi all’estero o ad esempio in occasione dell’Expo 2015di Milano) parla di un gusto dolce non troppo differente da quello di un gamberetto e di una consistenza che ricorda quella del pollo.
In effetti, il coccodrillo possiede carni bianche, che sono leggere e nutrienti: le caratteristiche nutrizionali ci presentano un alimento cibo decisamente magro, che ha molte affinità con la carne di pesce per la presenza di molti grassi buoni, tra cui Omega 3, 6 e 9, e un basso contenuto in colesterolo.
La carne di coccodrillo è quindi molto pregiata e (inevitabilmente) costosa: viste le sue peculiarità, ma soprattutto i costi di importazione (gli allevamenti, come visto, sono tutti all’estero) e la rarità della specie, il prezzo si aggira intorno ai 150 euro al chilo!
Per quanto riguarda gli utilizzi in cucina, la carne di coccodrillo è adatta a vari tipi di cottura – frittura, stufatura, al forno, ma può anche essere conservata sotto sale o affumicata – e il taglio più pregiato è considerato la coda. Al momento, è molto consumata in Africa, ma anche in Thailandia e in Regioni del Sud Est asiatico, ed è declinata anche in proposte di street food: ad esempio, uno dei piatti tipici dello Zimbabwe è il crocoburger, fatto con carne di coccodrillo di tre anni di età accompagnata da verdure grigliate e salsa di baobab.