Gli insetti commestibili: stanno spopolando ma siamo pronti?

Niente sensazionalismi o allarmismi, anche se la notizia si presta a interpretazioni che puntano sull’aspetto emotivo, soprattutto nelle letture più “conservative”: lo scorso 3 maggio, gli Stati membri dell’UE hanno approvato una proposta della Commissione Europea che autorizza il commercio e l’utilizzo di larve gialle delle tarme della farina ad uso alimentare umano. Ecco cosa significa questa decisione e quali saranno gli sviluppi per la nostra alimentazione, nella consapevolezza che gli insetti commestibili potrebbero diventare una realtà, anche se non sostituiranno le nostre tradizioni in cucina.

Insetti commestibili, cosa succede in Europa

Quello del 3 maggio 2021 è in realtà il punto di arrivo di un percorso ben più lungo, che ha avuto altre tappe importanti nel 2018 (richiesta di introduzione degli insetti commestibili tra i novel food regolamentati in ambito comunitario) e lo scorso 13 gennaio: in quella data, infatti, la EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha sede a Parma) ha dato il primo via libera all’introduzione della larva del Tenebrio molitor nei “Nuovi alimenti”.

Al termine della valutazione scientifica, gli esperti dell’ente hanno infatti stabilito che le larve del tenebrione mugnaio sono “sicure per il consumo umano”, posizione determinante per la successiva approvazione del primo “insetto da mangiare” ufficialmente riconosciuto in Europa.

Che cos’è la larva della tarma della farina

La richiesta di autorizzazione al commercio delle tarme della farina per uso alimentare umano era stata presentata da un’azienda francese; l’Efsa ha analizzato l’alimento sotto vari aspetti, studiandone tra l’altro il profilo tossicologico, le modalità di allevamento degli insetti e le tecniche di trasformazione del prodotto, esattamente come sta già facendo per altre dieci domande legate a insetti commestibili da introdurre nella catena alimentare (dai grilli alle cavallette essiccati, fino alle larve intere o macinate).

Stando alle valutazioni dell’Efsa, la larva gialla del tenebrio molitor è quindi commestibile senza particolari rischi e può essere commercializzata come insetto essiccato intero (uno snack a dir poco alternativo) o come farina o ingrediente di preparati per biscotti, barrette proteiche e pasta. In realtà, c’è un aspetto ancora da investigare approfonditamente, ovvero quello degli allergeni: al momento, infatti, gli esperti non possono escludere reazioni nelle persone che soffrono di allergia ai crostacei e agli acari della polvere (ma anche al glutine, perché queste tarme si nutrono principalmente di farina), ma rassicurano comunque che “i consumatori potranno scegliere con fiducia ciò che mangiano, ben sapendo che la relativa sicurezza è stata accuratamente verificata”.

E quindi, sta per arrivare un futuro prossimo in cui le larve gialle della tarma della farina, o tenebrione mugnaio, o tenebrio molitor, rappresenteranno un ingrediente delle nostre diete. Questo insetto, che appartiene alla specie dei coleotteri, è in realtà ben noto e “temuto” perché si sviluppa all’interno di derrate alimentari, che sfrutta come suo nutrimento, prediligendo in particolare alimenti a base di cereali come farine, pane, pasta e biscotti, specie se in via di scadenza.

Ad ogni modo, l’uomo utilizza da tempo le larve di questo animale, allevate e vendute (spesso vive, ma anche essiccate o in polvere) come cibo per uccelli, rettili, anfibi e pesci, nonché come esche per la pesca. Inoltre, in alcune regioni come Cina e Sudest asiatico le stesse larve sono già consumate come cibo “normale”.

Insetti commestibili e novel food, gli alimenti nuovi per la UE

Gli insetti commestibili – ma non solo – rientrano nei “novel food”, ossia alimenti “nuovi” che non appartengono alla tradizione gastronomica tipicamente europea almeno dell’ultimo quarto di secolo: per la precisione, secondo l’UE è nuovo “qualsiasi cibo che non sia stato consumato in modo rilevante prima del maggio 1997”.

Prima che un prodotto di questo tipo possa effettivamente essere commercializzato e consumato, ha bisogno di una particolare procedura, che culmina appunto nel benestare da parte dell’EFSA. Non dobbiamo pensare solo agli insetti a tavola: novel food sono anche l’olio di krill, il baobab, alimenti più noti come l’alga spirulina o i semi di chia, nonché nuove modalità per la produzione di alimenti come le nanotecnologie o ancora nuove sostanze utilizzate nei prodotti alimentari, come gli steroli vegetali.

Le ragioni del sì agli insetti come alimento

Inutile girarci intorno: come diciamo da tempo, l’attuale modello alimentare umano non è più sostenibile e impatta troppo sul pianeta. Di sicuro c’è un problema relativo al consumo eccessivo di carne, ma soprattutto alla produzione con metodi che danneggiano l’ambiente in vari modi, dalle emissioni di gas serra alla deforestazione, e quindi dobbiamo cercare ora delle fonti alternative di proteine.

Per questo, da un lato si sta spingendo su allevamenti etici e più sostenibili, su carne in laboratorio, sulle alternative vegetali e vegane; dall’altro, però, si stanno sperimentando anche soluzioni più estreme, come appunto gli insetti edibili.

Non dobbiamo neppure pensare a un’ipotesi troppo lontana nel tempo: stando a recenti dati di Global Market Insights, nel 2019 la dimensione del mercato degli insetti commestibili ha superato i 112 milioni di dollari a livello globale e dovrebbe arrivare a più di 1,5 miliardi di dollari entro il 2026.

Ma perché proprio gli insetti? Oltre a essere un alimento presente in varie culture nel mondo, come vedremo, gli studi hanno rivelato che questi animali rappresentano una fonte alimentare ad alto contenuto proteico e, allo stesso tempo, a basso contenuto di grassi, economica e con impatto ambientale limitato, perché il loro allevamento non è connesso alla disponibilità di terreno ed è meno dannoso per l’ambiente.

Per capirlo, possiamo vedere i risultati del confronto di alcuni parametri necessari alla produzione di una pari dose di proteine di insetti e di manzo: in particolare, servono 112 litri di acqua per appena 1 grammo di proteine di manzo, mentre ne sono sufficienti 12 litri per la stessa quota da insetti. Notevoli anche le differenze in termini di consumo di suolo (250 metri quadri per 1 chilo di manzo, 15 metri quadri per 1 chilo di insetti) e di emissione di gas serra, dove il rapporto è di 1 a 100 per gli allevamenti di insetti rispetto a quelli tradizionali.

Infine, non è da sottovalutare l’aspetto nutrizionale: le larve delle tarme della farina, che sono come detto il primo tipo di insetto commestibile ammesso in Europa, sono composte principalmente da proteine, grassi e fibre, mentre il loro sapore – nella forma essiccata – sembra ricordare quello delle arachidi.

Insetti commestibili: chi mangia insetti nel mondo (anche in modo inconsapevole)

Questa transizione verde non è in realtà un fatto nuovo: attualmente, ci sono oltre 1.400 specie di insetti considerati commestibili e si stimano circa cento i Paesi in cui si mangiano: la maggioranza è in Africa (36 diversi Stati), seguiti da Asia (29), Americhe (23) e anche 11 in Europa secondo la National Geographic Society, e più in generale per almeno 3.000 gruppi etnici al mondo gli insetti rappresentano una risorsa alimentare tradizionale.

Si consumano sia da adulti che come larve e, a seconda delle usanze, si mangiano vivi, arrostiti, fritti, ricoperti di salse salate e dolci, o sminuzzati per aggiungere proteine a zuppe e altre preparazioni. Si tratta di una abitudine consolidata nel tempo e anzi arcaica, con riferimenti presenti nell’Antico Testamento, in testi del II millennio avanti Cristo rinvenuti in Siria o anche in scritti di Aristotele, per riferirci alla nostra cultura greco-romana.

I piatti con insetti sono tipici di varie parti del mondo, e se ai nostri occhi (o papille gustative) possono sembrare cibi assurdi, per le culture locali gli snack di grilli thailandesi, il huitlacoche messicano, il formaggio Mimolette francese o larve di falena in Australia sono vere e proprie delicatessen. E poi, non dobbiamo dimenticare gli esempi italiani di alimenti con insetti – in senso buono – come il formaggio Casu Marzu tipico della Sardegna o l’abruzzese pecorino marcetto.

C’è poi un altro aspetto da non trascurare, che potrà sorprendere chi legge: secondo alcuni studi, tutti noi abitualmente mangiamo circa mezzo chilo di insetti all’anno, che si trovano in barrette di cioccolato, marmellate, conserve di pomodoro, ma anche frutta e verdura fresche, senza particolari effetti nocivi per la salute.

Non tutte le reazioni sono positive

Inevitabilmente, la notizia del via libera UE alla commercializzazione di prodotti con insetti commestibili non è stata accolta con largo favore, soprattutto in Italia, dove la Coldiretti sta portando avanti una battaglia contro la decisione (facendo sempre un po’ di generalizzazione e semplificazione eccessiva, un po’ come nel caso del vino annacquato).

La principale associazione di categoria degli agricoltori si scaglia contro “le mani di Bruxelles sulle tavole”, il tentativo di imporre “il passaggio a diete più basate su prodotti vegetali, con meno carne rossa e trasformata”. Per rafforzare questa posizione, Coldiretti cita i risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixe’ successivo al via libera dell’UE all’uso di tenebrio molitor per consumo umano: il 54% degli italiani si dice infatti contrario agli insetti a tavola, mentre è indifferente al tema il 24%, favorevole il 16% e non risponde il 6%.

In particolare, per Coldiretti questo dato evidenzia che la maggioranza degli italiani “considera gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale e non porterebbe mai a tavola la larva gialla della farina”, sia per questioni di sicurezza che per “la normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla nostra cultura”.

Una posizione che in realtà sembra piuttosto fuori dal tempo e che non sembra prendere in giusta considerazione non solo le motivazioni della scelta (che dovrebbero invitare quanto meno a considerare la questione), ma neppure l’evoluzione dei gusti degli italiani (che sembrano tutt’altro che “normalmente contrari” verso prodotti lontanissimi, come testimonia il successo di varie tendenze alimentari globali). Inoltre, la maggioranza sfavorevole agli insetti commestibili è piuttosto risicata, con quote molto meno elevate di quanto si potrebbe immaginare rispetto a un tema che culturalmente (questo sì) è lontano da noi, e che inizialmente può provocare ribrezzo o quanto meno sorpresa.

Parere fortemente contrario è stato espresso anche dal consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, che critica l’Europa che da una parte “spinge verso una messa in discussione della produzione delle nostre straordinarie eccellenze alimentari, soprattutto zootecniche, prodotte secondo un modello di sostenibilità unico al mondo” e dall’altra promuove “cibi etnici, alternativi e strumentalmente proposti come più sostenibili per coprire la richiesta crescente di proteine nobili”.

Insomma, la questione aperta e chiama in discussione elementi culturali, tradizionali, ma anche economici e politici (come traspare dalle parole delle associazioni di categoria del nostro Paese): ciò che è certo, comunque, è che in Europa presto saranno commercializzati i primi prodotti a base di insetti commestibili, e che la scelta finale di acquistarli (e consumarli) o meno spetta a noi.

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