Cibi portafortuna per Capodanno che non possono mancare sulla nostra tavola a San Silvestro

Mette insieme festa e riflessione, addii e benvenuti: l’ultimo giorno dell’anno è il “momento di passaggio” per eccellenza, e inevitabilmente è intriso di riti e usanze che servono ad accompagnarci al meglio per il nuovo che arriva. E anche se le tradizioni variano notevolmente da un luogo all’altro, il cibo diventa il filo comune, un veicolo di significati e simbolismi: in molte culture del mondo, infatti, ci sono alimenti e riti specifici che si ritiene portino fortuna se consumati alla mezzanotte del 31 dicembre. Viaggiamo allora alla scoperta dei piatti tradizionali e dei cibi portafortuna di Capodanno, con uno sguardo alle storie e ai simboli che legano il cibo alla fortuna, per essere così pronti a trovare idee benauguranti per l’anno nuovo!

melograno portafortuna

Il legame tra cibo e fortuna

Praticamente da sempre il cibo è un potente simbolo di fortuna in molte culture, un legame che affonda le sue radici in antiche tradizioni e credenze popolari; questa connessione è spesso legata a simboli di prosperità, abbondanza e buona sorte, e il cibo stesso può diventare un potente talismano per attirare la fortuna.

Nell’antica Roma, ad esempio, le lenticchie erano considerate un simbolo di ricchezza e prosperità e, in particolare, Plinio il Vecchio racconta che erano spesso servite durante i banchetti di Capodanno come augurio di buona fortuna per l’anno a venire. Questa tradizione si è conservata in molte culture, incluso l’Italia moderna, dove un piatto di lenticchie a mezzanotte del Capodanno è considerato un presagio di fortuna e prosperità.

Nell’antica Grecia, invece, era il melograno a essere considerato un simbolo di prosperità e fertilità, e durante le celebrazioni di un matrimonio gli sposi dovevano rompere un melograno per assicurare una vita piena di benedizioni. Questo rituale si basava sulla leggenda di Persefone, la dea della primavera, che fu costretta a trascorrere parte dell’anno negli inferi perché aveva mangiato i semi di un melograno.

Nell’antico Egitto, il pane era considerato un simbolo di vita e fertilità: il dio Osiride, che era associato alla rigenerazione e alla rinascita, era spesso raffigurato con un germe di grano che cresce dal suo corpo, simbolizzando l’importanza del pane come fonte di vita.

Anche in Asia il cibo ha una valenza simbolica e gioca un ruolo centrale soprattutto nelle celebrazioni del Capodanno: ad esempio, durante il Capodanno cinese è consuetudine servire pesce intero, un simbolo di abbondanza e prosperità, perché il termine cinese per pesce, “yu”, è un omofono per “abbondanza” o “eccedenza”.

cibi portafortuna italia

Il capodanno in Italia: cibi e idee per avere fortuna

Il nostro Paese è uno dei più “attenti” alle tradizioni culinarie che simboleggiano fortuna, prosperità e abbondanza, e ci sono tantissimi riti profondamente radicati nella nostra cultura, molti dei quali risalenti a tempi antichi.

Abbiamo già citato le lenticchie che, con la loro forma rotonda e piatta, sono considerate simboli di monete e quindi di ricchezza. Per aumentare le opportunità di benessere e fortuna, è buona regola consumarle insieme a cotechino o zampone, due tipi di insaccati di maiale che sono immancabili sulle tavole di Capodanno.

Il cotechino è un insaccato di maiale crudo, mentre lo zampone è un piede di maiale riempito con una miscela di carne di maiale tritata e spezie: il simbolo in questo caso è il maiale, carne “ricca” in quanto proveniente da un animale che, una volta macellato, forniva cibo per un lungo periodo di tempo.

Mangiare cotechino o zampone con lenticchie a mezzanotte è quindi visto come un augurio di prosperità per l’anno a venire.

La melagrana è un altro frutto tradizionalmente associato alla fortuna in Italia perché, con i suoi numerosi semi, è un simbolo di fertilità e abbondanza; in alcune regioni è consuetudine rompere una melagrana all’ingresso di casa a Capodanno come augurio di fortuna e prosperità.

Cosa mangiare a capodanno che porti fortuna

Si è diffusa anche qui da noi, dall’originaria Spagna, l’abitudine di mangiare dodici chicchi di uva a mezzanotte, uno per ogni rintocco del campanile: ogni chicco rappresenta un mese dell’anno e mangiarli tutti è considerato un augurio di fortuna per l’anno a venire.

Non solo a Capodanno, ma è sicuramente un alimento simbolico e portafortuna il peperoncino che, soprattutto al Sud, è considerato anche una protezione contro il malocchio; merito, per così dire, della sua forma, che evoca le corna degli animali abbattuti durante le battute di caccia. Non a caso, già in tempi preistorici le corna (vere!) venivano appese all’ingresso delle grotte come emblemi di forza e fecondità, e oggi il peperoncino ha lo stesso “compito”, soprattutto quando declinato nei cornicelli di colore rosso rubino che diventano gioielli e amuleti.

La frutta secca, come noci, mandorle e datteri, è un altro elemento comune nelle celebrazioni del Capodanno italiano: questi alimenti, con la loro lunga durata, simboleggiano la longevità e la resistenza; inoltre, la durezza del guscio della noce è vista come un simbolo di forza e resilienza.

Porta fortuna anche il marzapane, che in effetti è un dolce a base di pasta di mandorle, solitamente modellato in forme, come monete (secondo alcune teorie, il nome deriva dalla parola araba “mauthaban”, che significa proprio moneta!) o animali “positivi”, per poter contare su fortuna e prosperità nei mesi successivi.

Immancabile è infine lo spumante che, con le sue bollicine effervescenti, è un simbolo di gioia e festività.

Oltre al cibo, ci sono anche oggetti e colori che sono tradizionalmente associati alla fortuna in Italia, come la cornucopia, o corno dell’abbondanza, un antico simbolo di fortuna e prosperità, riempito di frutta, grano e altri simboli di abbondanza. O il colore rosso, che diventa l’elemento cromatico perfetto per decorare la tavola con tovaglie o addobbi o da indossare in occasione del Cenone.

capodanno cena

Il capodanno nel mondo

Ma non è solo in Italia che “valgono” queste regole, in occasione del Capodanno o di altre celebrazioni e occasioni speciali.

In Cina e Giappone, ad esempio, l’alimento fortunato è il riso glutinoso che, per la sua consistenza appiccicosa, è un simbolo di coesione e unità e viene declinato in preparazioni particolari. Durante il Capodanno cinese, è consuetudine servire blocchi di riso glutinoso – Nian gao – tagliati in piccoli pezzi e offerti come augurio di armonia e prosperità per l’anno a venire. Un accompagnamento classico di questo alimento sono i ravioli cinesi che, con la loro forma che ricorda quella di un lingotto d’oro, sono considerati un simbolo di ricchezza e fortuna.

In Giappone, invece, troviamo il mochi, una sorta di tortino di riso glutinoso che, durante la celebrazione del Capodanno, viene modellato e preparato dalle famiglie locali per “accaparrarsi” longevità e buona salute, seguendo una tradizione che risale a oltre mille anni fa, quando il mochi era considerato un cibo sacro ed era offerto agli dei durante le cerimonie religiose. Il Capodanno giapponese lega inoltre ogni piatto a una simbologia, per portare sempre qualcosa di diverso e buono nel nuovo anno: sulla tavola, allora, non mancano mai il kouhaku kamaboko, un particolare surimi a strisce bianche e rosa simbolo di gioia e fortuna, i kuroname, i fagioli di soia nera per la buona salute, e l’otoso, un sake speziato in grado di uccidere gli spiriti cattivi e di garantire un anno in salute.

Nelle Filippine, le celebrazioni del Capodanno sono piene di colori, rumori e, naturalmente, cibo: una delle tradizioni più distintive riguarda l’uso di cibi rotondi, che sono considerati simboli di fortuna e prosperità, per associazione alla forma rotonda delle monete e, quindi, alla ricchezza. Più specificamente, nel corso della cena le famiglie filippine si sforzano di preparare e servire 12 diversi tipi di frutta rotonda, uno per ogni mese dell’anno, scegliendo tra arance, meloni, uva, mele, papaia, litchi e così via. Questa “dozzina fortunata” viene spesso disposta in un cesto o su un tavolo in un modo che metta in risalto la loro forma rotonda. Altrettanto “portafortuna” è il pancit, un piatto di noodle abbinato alla longevità.

Il riso torna protagonista in India, dove è considerato un potente simbolo di fortuna e prosperità per la sua capacità di espandersi in cottura, ed è usato nel corso delle cerimonie del matrimonio: ad esempio, nel rito del Vidaai, che segna la partenza della sposa dalla casa dei suoi genitori, la sposa getta dietro di sé tre manciate di riso, senza guardare, verso la sua casa, per ringraziare la sua famiglia e sperare che la sua nuova casa sarà altrettanto prospera. Invece, nel rito del Griha pravesh, che prevede il primo ingresso della nella casa del marito, la sposa deve rovesciare una ciotola di riso con il piede destro prima di entrare in casa, per “chiamare” prosperità e abbondanza nella nuova casa.

Nei festeggiamenti del Capodanno negli Stati Uniti, soprattutto nel Sud, è comune servire fagioli dall’occhio nero e cavoli verdi, noti come “collard greens”. Questa tradizione culinaria è radicata in credenze storiche e culturali che attribuiscono a questi alimenti il potere di portare fortuna e prosperità. La tradizione ha origini antiche e diverse: una delle prime testimonianze si troverebbe nel Talmud, un testo fondamentale dell’ebraismo rabbinico, che menziona l’usanza di mangiare fagioli dall’occhio nero durante Rosh Hashanah, il Capodanno ebraico, ma ci sono anche radici nella diaspora africana. Secondo il folklore americano, l’usanza di mangiare fagioli dall’occhio nero e cavoli verdi il giorno di Capodanno è nata nelle comunità afroamericane durante la Guerra Civile: questi alimenti erano facilmente disponibili e nutrienti, e divennero simboli di resilienza e speranza in tempi difficili. I fagioli dall’occhio nero rappresentavano i tempi duri, ma anche l’abbondanza, mentre i cavoli verdi simboleggiavano il denaro (anche per “somiglianza” tra foglie e banconote) e la speranza di un futuro migliore.

Torniamo in Europa per le ultime tradizioni portafortuna di Capodanno. Abbiamo già della Spagna, dove è “rigoroso” mangiare dodici chicchi di uva, ciascuno in rappresentazione di un mese dell’anno – esattamente a mezzanotte del Capodanno, uno per ogni rintocco del campanile.

In Germania e Austria, i maiali sono considerati simboli di fortuna e prosperità: durante il Capodanno, è comune regalare figurine di maiali in marzapane come augurio di buona fortuna.

In Grecia ogni persona che entra in casa il giorno di Capodanno deve rompere un melograno: più chicchi rotoleranno sul pavimento, tanta maggiore sarà la fortuna. Inoltre, è usanza preparare la vassilopita, la torta di San Basilio, all’interno della quale si nasconde una moneta, di buon auspicio per chi la troverà.

Il popolo svizzero accoglie il nuovo anno con una tradizione assolutamente originale, lontana dall’immagine austera che abbiamo di quel Paese: per assicurarsi fortuna e ricchezza per l’anno a venire, infatti, è necessario far cadere frequentemente a terra del gelato alla crema.

La cena di Capodanno in Inghilterra è molto simile a quella del Natale e non mancano il tacchino ripieno di castagne, come portata principale, e il Christmas Pudding come dolce: nella notte di San Silvestro, però, all’interno del dolce vengono nascoste delle monete e chi le trova sarà ricco per il nuovo anno.

Chiudiamo con un’ultima tradizione curiosa che arriva dall’Estonia, dove nell’ultimo giorno dell’anno bisogna consumare almeno 7, 9 o 12 pasti, numeri ritenuti fortunati e legati a un rito propiziatorio. Mangiare così tanto garantirebbe la forza necessaria per fronteggiare l’anno nuovo, con le energie – rispettivamente – di 7, 9 o 12 uomini. I pasti, però, non devono essere mai consumati per intero, perché si deve lasciare qualche avanzo per gli spiriti degli antenati, che proprio a Capodanno tornano brevemente a fare visita alle proprie famiglie.

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