The World’s 50 Best Restaurants 2021: anche 4 italiani tra i migliori ristoranti del 2021

Sulla cucina internazionale spira un vento nordico, ma l’alta gastronomia italiana si difende bene e trova grandi riconoscimenti: è questo, in sintesi, il verdetto che arriva da The World’s 50 Best Restaurants 2021, il premio internazionale, tra i più attesi e prestigiosi, dedicato ai migliori ristoranti del mondo, assegnato con una cerimonia ad Anversa in Belgio. Se, infatti, a trionfare è il Noma di René Redzepi a Copenaghen (città che conquista anche il secondo posto), l’Italia può gioire per le ottime performance di squadra, perché ci sono ben 4 ristoranti tricolore menzionati tra questi best 50 di tutto il pianeta.

Qual è il best restaurant 2021?

La classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo per quest’anno (o meglio, dei 50 in gara, visto il regolamento del premio che vedremo poi) non ha offerto molti spunti sorprendenti: la vittoria di Redzepi era già annunciata, così come era prevedibile la composizione del podio, che vede al secondo posto Geranium di Rasmus Kofoed, sempre a Copenhagen (che quindi viene eletta capitale mondiale della gastronomia per quest’anno), e come medaglia di bronzo Asador Etxebarri dello chef Victor Arguinzoniz ad Axpe, in Spagna.

Grande ritorno in scena quindi per lo chef René Redzepi – che aveva già vinto il premio The World’s 50 Best Restaurant nelle edizioni nel 2010, 2011, 2012 e 2014 – rientrato in gara dopo la trasformazione del suo Noma, che durante la pandemia ha prima chiuso, poi riaperto temporaneamente come wine bar senza prenotazioni di lusso con possibilità di take away e, infine, si è trasferito in una nuova sede. La sua eccellenza è stata di recente premiata anche dalla Guida Michelin Nord Europa 2021, che (finalmente!) ha attribuito la terza stella al Noma – mentre, curiosamente, il Geranium aveva già raggiunto questo traguardo nelle edizioni precedenti.

A margine della cerimonia per la premiazione di The World’s 50 Best Restaurants 2021 è intervenuto William Drew, direttore dei contenuti della manifestazione, che ha definito il Noma “probabilmente il ristorante più influente della sua generazione, stabilendo nuovi standard in termini di ricerca e selezione degli ingredienti, sviluppo dei piatti e presentazione, una delle destinazioni culinarie più ricercate dai consumatori di tutto il mondo”.

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The World’s 50 Best Restaurants 2021, buoni risultati per l’Italia

L’anno d’oro dell’Italia – nello sport e anche in cucina, come nella recente vittoria del campionato mondiale di pasticceria – prosegue anche in questa occasione: pur non raggiungendo le vette del passato, per la prima volta la nostra alta gastronomia porta ben 4 ristoranti nella top 50 (e altri sono nominati nelle posizioni fino alla 100).

Il caso più eccezionale è quello di Lido 84 di Gardone Riviera, il progetto dei fratelli Riccardo e Giancarlo Camanini che ha sbaragliato una folta concorrenza ed è entrato per la prima volta nella graduatoria imponendosi al 15° posto assoluto, primo dei locali italiani presenti in lista. Questo straordinario balzo ha portato anche all’assegnazione del premio Highest New Entry Award di questa edizione dei The World’s 50 Best Restaurants.

Già vincitore del premio “Miele One to Watch” dell’edizione 2019 e del riconoscimento per il Pranzo dell’anno per la Guida l’Espresso 2020, il ristorante dei fratelli Camanini (dove è stata inventata, tra l’altro, la mitica Cacio e pepe cotta in vescica, considerato uno dei 10 migliori piatti italiani dello scorso decennio) attende quindi ora l’apprezzamento definitivo della Guida Michelin italiana, che per ora lo valuta solo con una sola Stella: chissà che le cose non cambino già con la prossima edizione?

Gli altri ristoranti italiani sono tutti tre stelle Michelin: alla posizione 18 troviamo Enrico Crippa con il suo Piazza Duomo ad Alba, alla 26 i fratelli Alajmo de Le Calandre a Rubano e sul gradino 29 il ristorante Reale di Niko Romito a Castel di Sangro. Più giù (ma comunque in grande risalita) le altre eccellenze della nostra cucina, e in particolare Mauro Uliassi con il suo ristorante omonimo a Senigallia indicato alla posizione 52 (era 61esimo nel 2019) e Norbert Niederkofler del St. Hubertus, che passa dalla 116esima posizione alla 54esima.

Gli altri riconoscimenti assegnati

L’annuale edizione di The World’s 50 Best Restaurants 2021 ha quindi fotografato la situazione attuale della ristorazione, senza trascurare ovviamente le difficoltà derivanti dal perdurare della pandemia.

In apertura della cerimonia di premiazione, ad esempio, sono stati nominati alcuni ristoranti d’elite che sono temporaneamente chiusi ma che sarebbero stati inclusi nella classifica lo scorso anno (saltata appunto a causa della situazione emergenziale globale), ovvero Tickets ed Enigma di Albert Adrià, il Plaza Athenée di Parigi, il Test Kitchen di Città del capo e il Blue Hill at Stone Barns di Dan Barber.

Guardando la top ten di quest’anno, comunque, si trovano alcune conferme delle tendenze in corso nella cucina globale: il “vento nordico” è rafforzato non solo dalle prime posizioni del podio, ma anche dal sesto posto di Frantzén a Stoccolma, mentre la cucina spagnola brilla anche con il quinto posto di Disfrutar a Barcelona. Nelle altre posizioni troviamo il Perù (quarto posto per Central e settimo per Maido, entrambi a Lima), un pizzico di Oriente (ottavo posto per Odette a Singapore e decimo per The Chairman a Hong Kong) e una menzione per il Messico, con il nono posto di Pujol a Città del Messico.

In aggiunta alla classifica, poi, la cerimonia è stata anche l’occasione per l’assegnazione dei premi speciali:

  • One to Watch è Ikoyi (Regno Unito) di Jeremy Chan e del suo socio Iré Hassan Odukale, un ristorante emergente da tenere d’occhio.
  • Chef’s choice award a Victor Arguinzoniz (premio assegnato dagli stessi chef).
  • Best pastry chef va a Will Goldfarb di Room4dessert, di Bali in Indonesia.
  • Premio sostenibilità al ristorante cileno Boragò.
  • Migliore chef donna la peruviana Pìa León, che guida da tre anni il Kjolle a Lima.
  • Icon Award a Dominique Crenn, chef tre stelle Michelin di Atelier Crenn a San Francisco.
  • Highest climber: The Chairman a Hong Kong.
  • Art of Hospitality a Steirereck di Vienna.

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Il regolamento del premio (e perché manca Bottura)

Dicevamo che la classifica del The World’s 50 Best Restaurants è parziale, perché il premio ha cambiato regolamento nel corso degli ultimi anni per privilegiare la varietà nei riconoscimenti: da tre anni, infatti, il vincitore dell’edizione precedente non può concorrere nella classifica successiva, ma entra in quella che è definita “Hall of fame” fuori graduatoria.

E quindi, nell’edizione 2021 non troviamo né Massimo Bottura (vincitore di World’s 50 Best Restaurants 2018) né Mauro Colagreco che vinse l’ultima edizione, e lo stesso Redzepi è stato ammesso solo per il trasferimento dell’attività (in pratica, il Noma è stato considerato, un po’ forzatamente, come nuovo ristorante).

In generale, la classifica dei migliori ristoranti al mondo viene stilata sulla base dei giudizi e delle valutazioni di una giuria di oltre 1000 esperti indipendenti del mondo della gastronomia, da chef internazionali, giornalisti gastronomici e gastroturisti.

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