La mamma è sempre la mamma… Ecco chi sono le mamme degli chef

Lo abbiamo detto anche in occasione della giornata internazionale delle donne, lo scorso 8 marzo: gli chef donne scarseggiano, soprattutto in Italia, anche per una questione “culturale” e di poca apertura alla diversità in cucina. La stessa cultura, però, non lesina gli apprezzamenti al ruolo della tradizione e delle componenti famigliari per la formazione della figura del professionista, che proprio da mamme e nonne solitamente apprende le prime tecniche di cucina ed eredita la passione. Facciamo allora un piccolo giro alla scoperta delle mamme degli chef italiani, per capire come hanno influenzato le scelte dei propri pargoli, quanto hanno contato e contano per loro, e soprattutto per rivolgere un generale augurio a tutte le mamme!

Mamme degli chef, iniziamo dalla TV

È apparsa spesso in TV la mamma di Bruno Barbieri, Ornella, spesso chiamata in causa dal celebre chef e giudice di Masterchef Italia (unico sempre presente in tutte le edizioni fin qui andate in onda) per l’arte di preparazione dei tortellini, ma anche per l’attenzione allo stile di abbigliamento. La signora Ornella, che oggi si avvicina ai 90 anni, è stata infatti una sarta e realizzava personalmente dei vestiti per il suo amato Bruno, sia a Carnevale che nelle grandi occasioni: in particolare, lo chef ha raccontato che per la sua Prima Comunione la madre preparò su misura un meraviglioso vestito nero, giacca e pantaloni corti… e anche che lui, volendo dei pantaloni lunghi da “adulto”, tagliò con le forbici i pantaloncini, costringendo la paziente Ornella a un lavoro di rammendo ulteriore con grande pazienza e senza “neanche una sberla: aveva capito che stavo diventando grande”.

Per Barbieri, la mamma Ornella “è la vera chef di casa“, regina dei tortellini (che ha anche insegnato a fare in alcuni episodi di Masterchef Italia), così come fondamentale per la sua formazione è stata la nonna Mimì, con cui il futuro chef ha vissuto in campagna da ragazzino: dalla famiglia, Bruno ha “imparato a osservare, perché il principio fondamentale quando si parla di cucina è che non si smette mai di imparare“, ma ha anche appreso “l’importanza del lavoro, della fatica, della tenacia, dello svegliarsi all’alba ogni giorno”.

Restando in casa Masterchef, anche il collega giudice Antonino Cannavacciuolo ha più volte ricordato il ruolo rilevante che ha avuto la sua mamma Anna, che mescolava severità nell’educazione ma anche il classico amore materno. In alcune interviste la stessa signora Cannavacciuolo ha raccontato che “a casa comandavo io, perché un genitore come ti dà da mangiare così ti deve dare l’educazione”, per poi ricordare anche come il piccolo Tonino preferisse divertirsi con gli strumenti di cucina anziché con i giocattoli, o di quando svolgeva il servizio militare a Orvieto e “ripartiva la domenica, con la borsa piena di provviste e qualche soldo che gli davo per mangiare la pizza con gli amici”.

Nell’edizione di Masterchef Italia 9, la signora Anna è stata protagonista di un divertente siparietto insieme a un’altra mamma di chef stellato napoletano, ovvero Gennarino Esposito: le due signore hanno cucinato un pranzo speciale per i loro pargoli, preparando una pasta e fagioli casereccia e degli arancini fritti, due piatti che richiamano alla familiarità e alla passione per la cucina.

Alessandro-Borghese e barbara bouchet

I ricordi delle mamme degli chef

A quanto pare, ad accomunare molte mamme degli chef è anche una certa apprensione nei confronti delle scelte professionali dei figli, in particolare al momento della scelta del percorso di studi. Lo stesso Gennarino Esposito, ma anche Marianna Vitale raccontano ad esempio delle perplessità (o dell’avversità vera e propria) del genitore di fronte alla decisione di iscriversi all’alberghiero. La mamma di Esposito rispose “ma sei proprio sicuro?”, non ostacolando comunque il percorso del figlio, mentre per Marianna Vitale la situazione è stata diversa: pur essendo figlia di un cuoco, la madre si frappose al desiderio di seguire la strada paterna bollando l’istituto alberghiero come “una scuola solo per ragazzi”, e infatti Vitale ha iniziato l’attività professionale come guida turistica dopo la laurea con lode in Lingua e Letteratura spagnola, ma alla fine è riuscita a realizzare davvero la sua passione nel ristorante Sud.

Particolare anche la storia di Alessandro Borghese che, come sappiamo, è figlio di Barbara Bouchet (di cultura familiare distante dalla classica italiana): quando era piccolo, la mamma era spesso impegnata per lavoro e quindi poco presente e, a quanto pare, ancora oggi il loro rapporto è spesso burrascoso. L’attrice ad esempio non si fa scrupoli a rivelare di aver cacciato di casa l’Alessandro diciottenne che, finita la scuola, non voleva iscriversi all’università e non sapeva che strada intraprendere, invitandolo “ad andare fuori e di girare il mondo, a camminare con le proprie gambe”. E Bouchet non indora la pillola neppure nel raccontare che Alessandro “in realtà non ha mai cucinato da piccolo: cucinava suo padre, che era un bravissimo cuoco”.

È stata invece più tradizionalmente una ispirazione la mamma di Davide Oldani, Luigia: il famoso chef ricorda di quando, da piccolo, “lei, seduta accanto o davanti a me, assaggiava il primo cucchiaio di minestra o la prima forchettata di pasta: quel boccone stabiliva se il piatto era caldo ma non bollente, se il sapore era buono e non salato o insipido, se la consistenza era quella giusta”, basandosi sull’equilibrio che lei sapeva essere giusto per il suo piccolo. Un gesto carico di significati, perché “la mia mamma mi ha inconsapevolmente suggerito come avrei dovuto fare il cuoco: nutrendo”, dice ancora oggi Oldani.

Rapporto stretto e solido quello tra l’imprenditore specializzato nel food Joe Bastianich (giudice delle prime edizioni di Masterchef e poi di altri cooking show della tv) e la madre Lidia Bastianich, chef molto apprezzata negli USA e oggi volto noto di varie trasmissioni, come la recente Senti che fame! Nonna pensaci tu con Anna Moroni. In questo caso, il figlio non ha seguito le orme materne, ma ha avviato un’attività imprenditoriale proprio nel ramo della gastronomia, aprendo vari ristoranti negli States e conquistando la fama che poi lo ha portato anche in Italia, terra originaria della madre.

Chiudiamo con alcuni racconti di spaccato familiare del grande chef Enrico Bartolini, che offre ancora un’altra rappresentazione del rapporto tra madre-figlio: a suo dire, infatti, non è dalla signora Marusca che ha imparato a cucinare “perché mia madre era negata ai fornelli”, quanto dalla “zia Emilia che mi diceva che le verdure quando si tostano devono fare lo stesso suono fino all’aggiunta del brodo ed è importante ascoltarle”. Per il pluristellato chef, “certe esperienze vissute da piccoli generano dei ricordi che aumentano il calore di quello che facciamo da adulti”, e ciò vale in ogni campo della vita.

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