Caffetterie storiche italiane: dal Nord al Sud sono tutti da scoprire e gustare

Dall’Europa al nostro Paese: se qualche giorno fa abbiamo parlato di storia del caffè e di quali sono le caffetterie più fascinose e prestigiose del Vecchio Continente, oggi ci concentriamo sui cafè che sono il vanto dell’Italia, dieci caffetterie storiche italiane che hanno superato indenni i secoli e continuano a essere dei punti di riferimento per gli appassionati della bevanda.

Il nostro percorso odierno non segue una mappa geografica, ma l’ordine cronologico di inizio certificato dell’attività del locale, il cui nome e le cui tradizioni sono arrivate fino ai giorni nostri.

Caffè Florian di Venezia, il più antico d’Italia

E quindi, non possiamo che partire dal Caffè Florian Venezia che, come ricorderanno i lettori più attenti, avevamo già definito il caffè più antico di Italia e probabilmente del mondo. Al momento dell’inaugurazione, nel febbraio del 1720, il Florian contava solo su due semplici e modeste sale; la ristrutturazione che ha prodotto l’aspetto e gli arredi così come noi oggi li conosciamo arriva nel 1858, e poi nel 2012 c’è stato un necessario intervento di restauro.

Oggi il caffè Florian ospita i clienti in sei sale lussuose e ricche di fascino: Sala del Senato, Sala Cinese, Sala Orientale, Sala degli Uomini Illustri, Sala delle Stagioni e Sala Liberty, che rappresentano un vero e proprio tuffo nel passato, per sentirsi un po’ come Casanova che corteggiava le sue dame seduto a un tavolino del caffè, sorseggiando un caffè o gustando una cioccolata veneziana in tazza, come amano fare gli stranieri.

Caffè Gilli a Firenze, un salto nella Belle Époque

Anche il secondo esercizio che citiamo ha una storia plurisecolare: è nel 1733 che la famiglia svizzera Gilli apre La Bottega Dei Pani Dolci a Firenze, una “confetteria” che subito conquista la nobiltà locale. Dopo un passaggio accanto al famoso Trianon, agli inizi del Novecento il locale si trasferisce definitivamente in Piazza della Repubblica, in pieno centro storico del capoluogo toscano.

Qui il Caffè Gilli si impone come punto preferito di ritrovo di letterati, intellettuali, giornalisti e artisti, frequentato ad esempio da Tommaso Marinetti, papà del Futurismo; nel dopoguerra, poi, diventa meta per le chiacchierate dei giovani fiorentini e dei primi turisti che iniziano a frequentare la città, colpiti dal fascino delle sale, con ambienti e arredi storici che sono rimasti perfettamente conservati.

Il Caffè Gilli resta infatti l’ultimo esempio di cafè epoque a Firenze, con interni in stile Liberty e affreschi d’autore: entrare nelle sale significa essere conquistati dalle pareti color avorio e dai lampadari di Murano, ammirare  il soffitto affrescato, gli archi e soprattutto il banco bar maestoso e angolare. Anche se, va detto, le successive trasformazioni hanno piegato il fascino del locale alle necessità commerciali.

Antico Caffè Greco di Roma, punto di incontro di storia e cultura

Giacomo Leopardi, Ennio Flaiano, Renato Guttuso (immortalandolo anche in un celebre dipinto), Elsa Morante, Gioachino Rossini, Arturo Toscanini, per citare solo alcuni degli italiani. Oppure, tra gli stranieri, Hans Christian Andersen, Goethe, Gogol, Thomas Mann, Nietzsche, Schopenauer, Stendhal, Orson Welles, Buffalo Bill e Toro Seduto. L’elenco delle personalità che sono passate dal 1760 a oggi per l’Antico Caffè Greco di Roma è praticamente sconfinato!

Ritrovo di intellettuali e goliardi, il locale di via Condotti è considerato la più grande galleria d’arte privata aperta al pubblico esistente al mondo, grazie a oltre 300 opere esposte nelle sale; in particolare, nella sala Omnibus è possibile ammirare i medaglioni, le placchette in gesso e le miniature che raffigurano tutti gli artisti che nel corso degli anni hanno frequentato il locale.

Pasticceria Cova a Milano, il caffè più elegante della città

Ci spostiamo a Milano per ammirare la Pasticceria Cova, altro nome che ha fatto la storia del nostro Paese; dopo aver avviato l’attività nel 1817 come semplice caffè a lato del mitico Teatro alla Scala e con il nome Caffè del Giardino, il proprietario Antonio Cova decide dopo qualche anno di differenziare il suo locale e di renderlo il più elegante della città, anticipando in qualche modo una tendenza quanto mai contemporanea (pensiamo solo alla Roastery Starbucks, sempre a Milano).

Cova si rivolge a un maestro artigiano per la decorazione delle porte, ristruttura gli interni e gli arredi con materiali pregiati (su tutti, il frassino con intarsi di noce d’India), usa pezzi lussuosi come una bilancia in bronzo realizzata artigianalmente (ancora oggi presente in negozio). Il restyling funziona e il caffè Cova conquista un posto di rilievo nell’iconografia milanese, trasferendosi nel dopoguerra in via Monte Napoleone, in pieno Quadrilatero della moda, e oggi è un icona al pari delle vetrine delle boutique delle grandi firme.

Caffè Pedrocchi di Padova, il vecchio caffè senza porte

La città veneta ospita da quasi due secoli uno dei più prestigiosi caffè europei: il Caffè Pedrocchi di Padova, aperto dal 1832, è un vero e proprio “monumento” di architettura e di decori in stili differenti, dal neoclassico all’esotico. Lo pensò così Antonio Pedrocchi, che ebbe l’idea di costruire uno stabilimento unico dedicato al caffè, dalla torrefazione alla preparazione, dalla “conserva del ghiaccio” alla mescita delle bevande, e Giuseppe Jappelli riesce nell’impresa di riunire tutto in un unico edificio eclettico.

Negli anni si aggiungono altri pezzi: il Pedrocchino, corpo in stile neogotico che accogliere la pasticceria, e le sale del piano superiore, tutte in stili differenti come voleva il gusto dell’epoca. Per oltre un secolo, il caffè Pedrocchi è stato un prestigioso punto d’incontro di personalità rilevanti della storia e della cultura italiana ed europea, e ci sono varie curiosità che meritano una citazione.

  • Fino al 1916 era noto anche come il “Caffè senza porte“, perché era aperto sia di giorno che di notte.
  • È citato nella prefazione del romanzo La Certosa di Parma di Stendhal; all’autore francese è dedicata poi una specialità della casa, lo zabaione Stendhal.
  • Nel 1848 fu teatro del ferimento di uno studente universitario, episodio che fece scattare i moti risorgimentali italiani.
  • Si ritiene che l’espressione “rimanere al verde” derivi proprio dal caffè Pedrocchi e dalla sua sala con le pareti di questo colore: i clienti appartenenti alle classi più alte, come politici, scrittori e borghesia, si ritrovavano infatti nelle sale rossa e bianca, mentre gli studenti squattrinati erano costretti a fermarsi appunto in quella verde, destinata a chi voleva accomodarsi e leggere i quotidiani senza obbligo di consumare.

Baratti&Milano a Torino, un gioiello liberty

Torino è forse la città che vanta il maggior numero di caffè storici, fatto non casuale se pensiamo che è stata la prima capitale d’Italia: uno dei più importanti è Baratti&Milano in Piazza Castello, fondato nel 1858 dai confettieri Ferdinando Baratti e Edoardo Milano.

Il locale mantiene ancora tracce dell’aspetto originale in stile liberty, elegante e raffinato grazie anche a un ampio uso di specchi, marmi, bronzi, dorature e stucchi: non a caso, il Caffè Baratti & Milano vanta numerose citazioni in ambito letterario – citiamo solo Gozzano e il duo Fruttero & Lucentini – ed è stato spesso set per ambientazioni di scene cinematografiche.

Ecco un’informazione golosa: i cioccolatini cremini sono nati proprio qui, grazie all’intuito di Ferdinando Baratti.

Gran caffè Gambrinus a Napoli, orgoglio partenopeo

Dedicato al leggendario re delle Fiandre che viene venerato laicamente come patrono della birra, il Gran Caffè Gambrinus di Napoli è una delle istituzioni della città partenopea: aperto nel 1860 in pieno centro (anzi, in piena zona bene) ha tra le proprie fila i “migliori pasticceri, gelatai e baristi provenienti da tutta Europa” per volere dell’imprenditore Vincenzo Apuzzo.

Il locale ha accompagnato le varie evoluzioni della storia napoletana e non solo, anche se oggi il suo fascino appare un po’ decadente. Le sale finemente arredate e affrescate, ad esempio, sono state teatro per il Cafè Chantant in epoca Belle Époque, hanno accolto tantissime personalità della cultura italiana ed europea, hanno ospitato incontri letterari. Inoltre, si ritiene che proprio al Caffè Gambrinus sia nata la pratica del caffè sospeso e da parecchi anni, ormai, il bar ospita la prima colazione dell’anno del Presidente della Repubblica italiana, che tradizionalmente trascorre nella residenza di Villa Rosebery il periodo di Capodanno.

Caffè Mangini a Genova, per chi non rinuncia alla pasticceria

Siamo ancora in tardo Ottocento per l’apertura del “Fossati & Gismondi” di Genova, primo nucleo di quello che poi arriverà a essere l’attuale Caffè Mangini, antico, rinomato e amato punto di ritrovo di appassionati di caffè e pasticceria tradizionale nel centro della città ligure.

Questa caffetteria evoca atmosfere d’altri tempi, con gli ingressi e le vetrine che sono rimasti pressoché intatti, così come gli interni vagamente rococò con specchiere, lampadari e stucchi dorati che contrastano con il pavimento a scacchiera in marmo bianco e marmo nero. I più golosi possono lanciarsi sul ricco menu della pasticceria, che offre alcuni dolci tipici genovesi come la torta sacripantina o la torta “Zena”.

Caffè San Marco a Trieste, come una biblioteca

Il nostro tour delle 10 caffetterie storiche italiane si chiude a Trieste, una delle capitali nazionali del caffè: facciamo un salto nel Novecento con il Caffè San Marco, inaugurato nel 1914 e presto abile a imporsi come meta letteraria, anche per la splendida libreria che resta ancora oggi un gioiello che conquista tutti i clienti.

Quello che colpisce maggiormente non è però il solo aspetto visivo, ma quello acustico: rispetto agli altri locali citati, infatti, qui domina il silenzio, come da tradizione della cultura dell’antica Austria Felix.

[fbcommentssync]